Denti del giudizio: quando estrarli?

L'estrazione del dente del giudizio è uno degli interventi più comunemente eseguiti dal dentista, come uno dei più temuti dal paziente.

Spesso in realtà l'intervento è più semplice di quanto si creda, e solo in pochi casi complessi può richiedere tempi più lunghi del normale e procedure relativamente più invasive. 

Come mai i denti del giudizio, detti anche ottavi o terzi molari per la loro posizione nell’arcata dentaria, vanno spesso incontro a problematiche di eruzione, rimanendo parzialmente o totalmente nell'osso? 

Le difficoltà eruttive dei denti del giudizio sono una naturale conseguenza dell’evoluzione dell’uomo. Infatti, a partire dalla scoperta del fuoco e dall'invenzione di arnesi per triturare e sminuzzare il cibo, sino alla rivoluzione industriale e alla produzione in serie di cibi di consistenza sempre più morbida, l'uomo ha perso il bisogno di arcate grandi, forti e robuste per procurarsi il cibo e sopravvivere. Di conseguenza le dimensioni delle arcate sono andate diminuendo, con minor spazio per l’eruzione dei denti del giudizio, che infatti sono gli ultimi denti a erompere (intorno a 18-21 anni, quando si dovrebbe aver raggiunto un pò di “giudizio”!)

Per la loro posizione nella mandibola e per l’orientamento non corretto che possono assumere, sono solitamente i denti più difficili da estrarre. Per questo molti dentisti suggeriscono di estrarli quando ancora sono dei germi, con le radici non completamente formate (eh sì, quando i nostri denti erompono in arcata le radici non hanno ancora terminato il loro sviluppo!).

Anche quando però erompono perfettamente allineati rispetto agli altri, spesso vanno incontro a problematiche cariose o parodontali per le difficoltà igieniche dovute alla loro posizione, difficilmente raggiungibile dai normali strumenti di igiene orale.

Proprio per questo possono dare frequentemente degli ascessi molto dolorosi, con gonfiore che talvolta si porta verso il collo. Non poche persone in questi casi si limitano a prendere degli antibiotici per trattare il fenomeno in acuto, tornando alla loro vita di tutti giorni una volta che il gonfiore è scomparso. 

Questo è un atteggiamento sbagliato e pericoloso: infatti l’assunzione costante di antibiotici con lo stesso principio attivo può portare allo sviluppo di ceppi resistenti allo stesso, soprattutto nelle parti più profonde dei tessuti dove l’antibiotico fatica ad arrivare. Inoltre non si tratta appunto di un rimedio risolutivo, visto che in qualsiasi momento può ripetersi, magari nei momenti meno opportuni, come quando siamo molto impegnati sul lavoro o in vacanza a goderci il meritato riposo.

Pertanto il mio consiglio è quello di rivolgervi subito al vostro dentista quando cominciano i primi fastidi ad uno dei vostri denti del giudizio, e non rimandare troppo un’estrazione se ritenuta necessaria. 

24 Giugno 2022